Vittorio Sgarbi non può essere sottosegretario nel Governo e consigliere regionale in Lombardia

Troppi incarichi per Vittorio Sgarbi. Il Consiglio regionale della Lombardia ha dichiarato incompatibile la carica da consigliere lombardo con quella di sottosegretario di Stato alla Cultura. Sgarbi dovrà decidere quale mantenere entro 10 giorni. Ma non sembrano esserci dubbi sulle sue preferenze.

A stabilire che la carica da consigliere lombardo ricoperta da Vittorio Sgarbi è ‘incompatibile’ con l’incarico di sottosegretario di Stato alla Cultura, è stato il Consiglio regionale della Lombardia in apertura della seduta di martedì 2 maggio.

La decisione è stata presa con voto segreto alla relazione del presidente della giunta delle elezioni, Luca Ferrazzi.

Al momento della votazione, il sottosegretario era assente in aula.

Sgarbi, che era stato eletto nel ruolo di consigliere all’interno del gruppo Noi moderati, avrà adesso a disposizione 10 giorni di tempo per decidere quale ruolo mantenere.

Se non dovesse decidere in tempo, l’incarico decadrebbe automaticamente.

Già prima del voto a Milano, Sgarbi aveva dichiarato di avere l’intenzione di dimettersi a favore del secondo in lista con Noi Moderati e di rimanere a Roma.

Una Venere di Botticelli influencer, in giro per l’Italia tra selfie a piazza San Marco a Venezia, un giro in bici per le vie di Roma e uno scatto con una fetta di pizza sul lago di Como. Una campagna per la promozione del turismo in Italia che fa discutere, col sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che entra a gamba tesa sulla scelta del Governo.

A far discutere e a creare la polemica è stata la scelta da parte del ministro al Turismo Daniela Santanchè di trasformare la Venere di Botticelli in una vera e propria influencer per l’Italia. Il dipinto, vestito di tutto punto, è infatti protagonista di alcuni scatti in giro per il Bel Paese per promuovere le bellezze dell’Italia con “Open to Meraviglia“.

Dal selfie in una piazza San Marco deserta a Venezia, passando per le foto romane al Colosseo e la pizza sul lago di Como, la campagna pensata e sviluppata dal Gruppo Armando Testa è un vero e proprio racconto dell’Italia dal punto di vista della Venere in forma moderna, appunto da influencer.

Tanto star da avere anche un account Instagram ufficiale “Venereitalia23” in cui invita tutti a seguirla: “Seguitemi per un viaggio alla scoperta dell’Italia”. Poi anche un altro invito: “E chi meglio di me potrebbe portarvi alla scoperta del Bel Paese in ogni momento dell’anno? Io, Venere. Immagine dell’Italia nel mondo oggi nei panni di una virtual influencer”.

Una scelta che non è per nulla piaciuta al sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che non perde tempo ad attaccare il ministro Santanchè e i colleghi Tajani e Abodi che hanno lanciato la campagna insieme a Enit. “Serve per vendere la nostra Nazione e le nostre eccellenze, in un modo inedito, mai fatto in Italia prima d’ora” ha commentato il ministro Santanchè, che però deve incassare le critiche di Sgarbi.

“La pubblicità all’Italia la fanno le opere d’arte, senza bisogno di travestirle” ha infatti spiegato il critico d’arte, al quale non è piaciuto vedere la Venere vestita che è stata definita una “roba da Ferragni“.

Ma la critica è soprattutto allo slogan: “Open to Meraviglia? Anche così funziona lo stesso, lo ha deciso un grafico e io non voglio contraddire troppo i miei colleghi. Ma che roba è? Che lingua è?“.

A far storcere il naso è poi il costo dell’investimento per la campagna primavera/estate e autunno/inverno che si svilupperà su tutti i principali mercati internazionali.

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