Massimo D’Alema è stato iscritto nel registro degli indagati nell’inchiesta della Procura di Roma sugli appalti Enac. Il coinvolgimento del presidente del Copasir sarebbe legato ad alcuni voli da lui fatti su velivoli della low cost Rotkopf Aviation, società coinvolta dalla più ampia inchiesta. L’inchiesta nella quale è coinvolto l’ex presidente del consiglio è quella che ruota intorno alla figura dell’ intermediario Vincenzo Morichini, amico di vecchia data del presidente del Copasir. Gli accertamenti dei pm Paolo Ielo e Giuseppe Cascini, hanno preso spunto da una tangente di 40 mila euro consegnata a Franco Pronzato, già componente del cda Enac, per avere agevolato la società low coast Rotkopf Aviation dell’imprenditore Viscardo Paganelli, ad ottenere il certificato di operatore aereo (Coa) per partecipare all’appalto Enac e la gestione dei voli di linea per l’isola d’Elba. Nel quadro degli accertamenti è emerso che D’Alema avrebbe volato cinque volte, per motivi di lavoro, su velivoli della low coast e lo stesso Paganelli avrebbe precisato che nella contabilità della sua società non risultano voli concessi a titolo gratuito. L’esponente del Pd, nel luglio scorso, aveva spiegato che i voli erano stati regolarmente pagati da Morichini.
Per i legali di D’Alema, il presidente del Copasir non rischia nulla e tutto sarà chiarito a breve. “Oramai diversi giorni fa abbiamo incontrato i pm Cascini e Ielo e abbiamo fornito loro ogni chiarimento sulla vicenda dei voli”, precisa l’avvocato Gianluca Luongo, legale di Massimo D’Alema.