Ricordiamo, come detto nel precedente articolo, che la mostra collettiva internazionale ‘Vultus Artis’ si tiene al Museo Crocetti di Roma fino al 16 dicembre e ci accompagnerà verso le festività natalizie con le opere degli artisti che si accostano a questo tema percorrendo tutto quelle emozioni che l’arte riesce a trasmettere attraverso diversi linguaggi che, spesso, diventano metafore del nostro vivere.
Il vernissage si è tenuto sabato 2 dicembre, alle ore 18.00 presso il museo Venanzo Crocetti, via Cassia n. 492 di Roma, a cura del critico d’arte Giorgio Palumbi con la collaborazione di Lavinia Carnir e Mauro Silani La manifestazione terminerà sabato 16 dicembre.
Siamo partiti da Giorgio Palumbi critico d’arte e curatore, molto affermato, che privilegia nelle mostre d’arte che cura le opere che privilegiano nelle raffigurazioni le interiorità, espresse anche nel sogno e che derivano da condizioni collegate alla vita umana dell’artista, ben collegate al colore e alla positività.
Sono state presentate alcune opere che ci hanno particolarmente colpito, corredandole di note artistiche e biografiche sugli artisti.
Presentiamo oggi Tiziana Trezzi che esprime la poetica che, in trent’anni di attività artistica, ha sempre contraddistinto le sue opere, improntate al fascino dell’inconscio e del dato psicologico coniugato al femminile, perfezionando sempre più una pittura che risente di echi surrealisti e metafisici, di inediti equilibri compositivi e cromatici.
Nata a Magenta la Trezzi ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Brera diplomandosi col massimo dei voti, grazie agli insegnamenti di Giovanni Repossi, assistente di Domenico Purificato, che le è maestro di pittura e Pietro Diana che l’avvia ai segreti dell’incisione. Dal 1973 frequenta per quattro anni il corso di cromatologia del grande astrattista Luigi Veronesi, dal quale apprende la sensibilità coloristica e l’equilibrio delle forme. Nel 1977 viene allestita la sua prima personale alla Galleria Labus di Brescia e dal 1982 collabora per sette anni con la Galleria ‘Arte Spiga’ in via Della Spiga a Milano. Nel tempo ha allestito numerose mostre personali e collettive partecipando ad alcuni importanti eventi in Italia e all’estero.
‘La fonte della mia ispirazione è la realtà.E’ da questo punto che io inizio. La realtà è al di fuori ma dentro di me’, annota l’artista, che ha esposto in ‘Vultus Artis’ un acrilico su tela titolato ‘Serenità’
L’artista è fortemente calata nelle seduzioni espressive della sua capacità tecnica espressi dai colori stesi per campiture, che consentono di applicare un colore uniforme su un’area di un dipinto per darvi risalto.
Straordinario e l’elemento di coesione che fornisce equilibrio alle varie parti della costruzione pittorica, dove la Trezzi racconta scenari rappresentati in un ordine spaziale che sono fortemente evocativi di una proiezione della psiche che proietta, come in uno schermo, la figura femminile. Questa impronta, fortemente evocativa, tratteggia in modo inconfondibile lo stile creativo e pittorico di Tiziana, dove prevale il binomio colore-spazialità.
Presentiamo ora Silvia Rinaldi nata a Milano, laureata in Lettere e Filosofia, ha studiato disegno, pittura e nudo presso l’Accademia di Belle Arti RUFA (Rome University of Fine Arts), frequentando poi gli atelier di alcuni riconosciuti artisti.
Ha esposto in Italia e all’estero (Roma, Milano, Venezia, Treviso, Capri, Barcellona, Malta, Naples – Florida), in esposizioni Collettive e presentando Personali.
Ha partecipato inoltre alla Biennale di Palermo a cura di Vittorio Sgarbi nel 2015, alle edizioni della Triennale di Roma 2014 e 2017, alla Biennale di Venezia 2017, Padiglione Spoleto a cura di Vittorio Sgarbi.
Silvia Rinaldi esprime nelle opere un lavoro introspettivo, dove raffigura figure ‘solitarie’ che raccontano ‘incomunicabilità’, ‘isolamento’, ovvero, l’alienazione del vivere individuale.
In particolare, come nella tela esposta titolata ‘Araba Fenice’ il soggetto raffigurato è femminile che ‘compare’ da un sogno-incubo – accennato ed incompiuto che attraverso pennellate che poco si curano del particolare.
Si avverte osservandola che c’è la ferma volontà di andare oltre il gesto pittorico per desiderio, e per volontà, di comunicare.
La capacità di esprimersi pittoricamente non è ‘accademica’ ma parla di una forte sensibilità espressa attraverso uso attento del colore e della luce.
C’è inquietudine e malinconia nella tela. In un solo termine c’è ‘spleen’. Incantevole ‘spleen’ fissato sulla tela.
Ruggero Lenci è un architetto e docente universitario italiano, professore di Architettura e Composizione architettonica alla Sapienza di Roma, autore di libri e direttore della collana editoriale ‘Architettura enigmatica’ ed ha redatto per l’Enciclopedia Italiana Treccani le voci: John Maclane Johansen, I.M.Pei, Paolo Soleri e Bruno Zevi.
Trovo utile allegare un filmato che vede Giorgio Palumbi che illustra l’opera esposta:
Da quanto filmato, da letto e ascoltato, si potrà cogliere la valenza professionale ed artistica del Prof Riccardo Lenci.
La mostra è stata ricca di emozioni, visto l’alto valore degli artisti che esponevano e trovo doveroso allegare una foto che vede Maria Teresa Bernabei e Ruggero Lenci nel corso di una precedente mostra d’Arte di Lenci. Marea Teresa Bernabei e Ruggero Lenci, come noto, sono presenti in ‘Vultus Artis’.
Roberto Cristiano