Dal 14 al 19 Agosto si è svolta, sul Monte Peglia all’interno del Parco dei Sette Frati, in provincia di Terni, la quarta edizione del WAO, festival di consapevolezza ambientale incentrato sull’unione di arti visionarie, eco-architetture, nutrizione, produzione di cibo biologico ed energia sostenibile.
Le parole chiave per comprendere appieno questo evento che ha chiamato a sé 3 mila persone da più di 30 paesi diversi, sono pace, unità, creatività, sostenibilità, ma soprattutto musica a far da collante imprescindibile.
WAO è l’acronimo di We Are One, Noi Siamo Uno.
Tutti queste individualità sono trasmutate in Uno sui monti a ridosso di Orvieto, recentemente inseriti ufficialmente nella riserva Mondiale della Biosfera Mab Unesco con l’annuncio proprio lo scorso fine luglio giunto a noi dal Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa che parla di un “riconoscimento internazionale importante per il nostro Paese” . Lo è anche per il WAO e per i suoi organizzatori che ne danno tempestivo annuncio sulla pagina facebook dell’evento, e per i partecipanti che hanno subissato il post con like e commenti positivi.
Il WAO è un’esperienza da vivere, di una semplicità assoluta e di un’armonica bellezza. Per tutti: molte le famiglie con bambini, comitive di amici, ragazzi in pausa dall’università e meno giovani che potrebbero essere i genitori degli studenti suddetti. Anche molte persone con disabilità fisica e psicofisica.
Vedere tante persone di età diversa, di abilità diverse, nazionalità diversa, di lingue ed estrazione sociale, culturale diverse insieme, fa bene al cuore.
Con grande serietà l’organizzazione ha contattato tramite email i partecipanti due giorni prima dello start con un assertivo e simpaticamente garbato invito ad attenersi al regolamento, anche esso unitario e panteistico. Esso riguarda tanto l’ambiente, la lavanda selvatica del Monte Peglia e gli animali quanto il proprio corpo sacro e inviolabile. Gli animali domestici non sono ammessi così come accendere fuochi o sprecare acqua. Vengono tutti invitati a usare sapone biodegradabile, a ridurre la quantità plastica prodotta. Ho trovato particolarmente grazioso ed intelligente ricordare in questa missiva di “mantenersi idratati, mangiare e dormire regolarmente. Aiutare le persone in difficoltà, avvisando lo staff o il presidio sanitario”. Di questi tempi, un invito alla solidarietà fra esseri umani sono laudi per l’animo.
Niente, nemmeno le intenzioni migliori, sono immuni dalle sfortune, pero’.
Il 14 Agosto una tromba d’aria e una pioggia persistente hanno reso impossibile accedere per parecchie ore all’interno del Parco dei Sette Frati; l’organizzazione per motivi di sicurezza ha sospeso l’ingresso al gate, diramando la notizia attraverso una tam tam anche su fb. Molti accorsi dal primo giorno, hanno dovuto aspettare sotto la pioggia e sotto i tendoni l’annuncio “The storm is gone” che arrivato nel primo pomeriggio è stato il segno di riapertura del gate. Una bellissima cerimonia di apertura con canti e strumenti a percussione suonati da una ragazza seduta su un tappeto, è stato il segno di via.
Gli spazi del festival sono stati organizzati, oltre l’area campeggio, l’area ristorazione ed esposizione di artigianato, per aree tematiche: la cultural area che ha promosso corsi di permacultura, feng shui, land art ed esoterismo; l’healing area con corsi di kundalini yoga, acroyoga, biotransenergetica; l’alternative stage con musica di ricerca e concerti live di nomi conosciuti come Okapi ed i Malatesta; il main stage, ovvero il cuore pulsante del WAO, con i dj set di artisti italiani ed internazionali come il dj inglese Eat Static.
Per sei lunghi giorni si è vissuti in una bolla con all’interno un villaggio temporaneo fatto di camper, roulotte con tendine colorate, van decorati con bandierine tibetane, tende ad igloo e canadesi vecchio stile: un interstizio di mondo possibile ed auspicabile.
Barbara Lalle
Foto di Barbara Lalle