Weekend in pittura a Palermo

Solveig Cogliani, la pittrice romana di origini messinesi che ha eletto come sua “seconda residenza” la Sicilia e ha allestito una casa-atelier a Patti (Messina) torna in Sicilia. Da oggi venerdì 12 a domenica 14 luglio sarà infatti a Palermo, in mano pennelli e colori, per affrescare la loggetta della “Domus dei Cocchieri”,  in via dell’Alloro. La performance pittorica di questo weekend nasce da lontano. Cogliani era a Messina con i figli per presentare un libro di poesie, quando decise di ripercorre i passi della sua famiglia, e quindi di andare a Lercara Friddi ma anche nella capitale siciliana sulle tracce della nonna Petronilla Caeti. Un amico le consigliò, per la sosta a Palermo, “Il mezzanino del Gattopardo. L’atmosfera del “mezzanino” era composta di un’accoglienza che aveva tutte le caratteristiche antiche della sicilianità e Solveig lasciò traccia di sé con un disegno sul muro. Solveig ad espressione della sua sicilianità ha una casa-studio a Patti, in provincia di Messina.  Performance pittoriche a Naso,  iniziative a Siracusa,  esposizioni a Catania, Taormina.  E oggi ancora un ritorno a Palermo, lungo la via dell’arte. Per la “Domus dei Cocchieri”, le è stato chiesto un affresco, un segno, un’idea. La “domus” è piena di sculture, quadri, fotografie. E antichi fregi scoperti e restaurati. Il “tocco” di Cogliani sarà deposto nella saletta-accoglienza. Due pareti che angolano l’una con l’altra. Nel pensare al bozzetto per l’affresco, Solveig ha ritrovato in memoria la sua “Bella Palermo”. Tutta sua perché è ricordo distillato da una vecchia foto di un vulcano, con il pennacchio che le ricordava un volto di donna e per lei è rimasto tale. Il vulcano si chiama Hekla e questo è il nome che l’artista ha dato alla figlia. Ma dal vulcano, dalla donna di fumo, dalla giovane Hekla i pensieri hanno percorso tante strade, tante immagini e sensazioni.  Ha preso l’impegno Solveig  di affrescare la loggetta della “Domus”, con il blu e l’arancio, i colori della sua Sicilia, dei suoi quadri, del mare del cielo e della terra che brucia al sole. Non vede l’ora di trovarsi “immersa dentro Palermo, nel centro di Palermo, la città più bella del mondo, perché è tutto…metropoli, storia, mare, luce, profumi, colori… di fronte al Giardino dell’Alloro, oggi Giardino dei Giusti, dove si legge una frase bellissima: ‘si può sempre dire un sì o un no’”. Così, da stamattina è nella “domus”, al lavoro. La pittura è la passione che l’accompagna dall’infanzia alla prima giovinezza,  messa momentaneamente da parte negli anni della formazione sociale, che dedica ad un’altra arte, quella giuridica. Lei, in quattro anni laureata, poco dopo magistrato amministrativo, diventa firma di saggi, studi e, naturalmente, sentenze. Una linea retta, di rigore dalla quale Solveig trae lezione anche per l’arte, quando l’urgenza del primo amore, quello per la creatività in generale e per la pittura in particolare, risorge dietro i traguardi professionali e familiari frattanto raggiunti. Da questi anni di studi e sperimentazione di sé, durante i quali impara che non può più stare lontana dai pennelli, ha origine la sua seconda vita. Quando le sue opere cominciano ad essere apprezzate, e acquistate, anche a Londra, a Istanbul, a Buenos Aires, la prova risulta superata. E le due vite possono finalmente raccontare un’unica storia. Quella di una donna che, a 46 anni appena compiuti, vive tra Roma, Ronciglione e la Sicilia ed è pittrice e magistrato, l’una e l’altra carriere vere e proprie, perseguite con giudizio, né per hobby né per gioco.

Rosaria Palladino

 

 

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