WhatsApp, Facebook, Messenger e Instagram down: cos’è successo

La giornata del 4 ottobre 2021, verrà ricordata a lungo a Menlo Park, dove ha sede il quartier generale del gruppo Facebook: oltre ad essere la giornata in cui le dichiarazioni al veleno dell’ex dipendente Frances Haugen hanno fatto il giro del mondo, infatti, è stata anche la giornata in cui tutte le app del gruppo hanno smesso di funzionare in tutto il mondo: Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger sono state in down per diverse ore.

Il down più lungo di sempre, iniziato intorno alle 17:15 italiane, diventato globale nel giro di una ventina di minuti e terminato ufficialmente solo in tarda notte, con l’annuncio ufficiale di Facebook alle 3:40 italiane, minuto più, minuto meno. La cronaca degli eventi ve l’abbiamo raccontata in questo articolo, adesso è il momento di passare all’analisi dei fatti. Già, perché questa mattina milioni di italiani si sono svegliati con il sollievo di poter usare di nuovo le loro app preferite, ma anche con un grosso dubbio: cosa è successo? Dubbio dal quale ne nasce un altro: che cosa è successo ai nostri dati archiviati sui server di Facebook, WhatsApp, Instagram e Messenger? Facebook ha dato una risposta ufficiale.

La risposta di Facebook dopo il down

A disservizi risolti, dopo poche comunicazioni ufficiali a down ancora in corso, nella notte italiana Facebook ha rilasciato una nota ufficiale su quanto accaduto. Dopo essersi scusata per i problemi, l’azienda spiega che si è trattato solo di un problema tecnico di configurazione della rete: “I nostri team di ingegneri hanno appreso che le modifiche alla configurazione ai router delle dorsali, che coordinano il traffico di rete tra i nostri data center, hanno causato problemi che hanno interrotto questa comunicazione. Questa interruzione del traffico di rete ha avuto un effetto a cascata sul modo in cui comunicano i nostri data center, interrompendo i nostri servizi“.

Facebook, quindi, smentisce ufficialmente ogni tipo di dietrologia o ipotesi di attacco hacker dall’esterno ai suoi server: si sarebbe trattato di un banale errore di configurazione, una svista dei suoi tecnici che ha portato a problemi inaspettatamente grandi. E complessi da risolvere, a quanto pare, visto il lungo tempo che è stato necessario per rimettere in piedi l’infrastruttura.

Nessun attacco hacker: dati al sicuro

L’ipotesi dell’attacco hacker dietro il down globale di Facebook ha iniziato a girare nel tardo pomeriggio di ieri, quando il tempo passava ma i servizi non tornavano online. A rafforzarla è arrivata la notizia, diffusa da alcuni giornali del mondo arabo, che Israele avrebbe dichiarato lo stato di cyber allerta a causa del down globale delle piattaforme di Mark Zuckerberg.

A smentire questa ipotesi, quasi subito, è arrivata la dichiarazione di Matthew Prince, CEO di Cludflare (azienda americana che offre servizi di CDN e DNS distribuiti, tra le maggiori al mondo), secondo cui “niente di ciò che stiamo vedendo in relazione ai disservizi di Facebook lascia pensare che si tratti di un attacco“.

Della stessa idea anche due anonimi dipendenti del reparto sicurezza di Facebook, che al New York Times hanno dichiarato che l’infrastruttura tecnica dietro i vari servizi del gruppo è troppo variegata per pensare ad un unico attacco, che ha fatto crollare tutto.

A mettere una pietra sopra l’ipotesi hacker, almeno per il momento, è infine Facebook nella sua nota ufficiale: “Vogliamo chiarire che al momento riteniamo che la causa principale di questa interruzione sia stata una errata modifica alla configurazione. Inoltre, non abbiamo prove che i dati degli utenti siano stati compromessi a causa di questi problemi“.

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