Whirlpool, il Governo assicura massimo impegno per una risoluzione positiva della trattativa

 

 

ROMA – Nessun passo avanti né indietro fra sindacati e Whirlpool, ma il Governo “su questo come su altri tavoli ce la metterà tutta” per non alimentare le tensioni e risolvere positivamente la questione. Infatti, dopo il tavolo che si è tenuto ieri al Mise, sono intervenuti oggi il ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, e il sottosegretario al lavoro, Teresa Bellanova per mettere sui binari giusti la trattativa. In una nota congiunta si legge come questa sia “una fase istruttoria e tecnica”, molto delicata, dove “gli equilibri corrono sul filo di lana”. Entrambe le parti sono chiamate “a un alto senso di responsabilità, avendo come obiettivo imprescindibile un esito positivo della trattativa”. La posta in gioco è alta e centinaia di famiglie rischiano di ritrovarsi in difficoltà. Sono, infatti, 1350 gli esuberi con il rischio che vengano chiusi lo stabilimento di Carinaro (Caserta), dove lavorano 800 persone, e il centro ricerche di None in Piemonte. Per evitare tragedie, il Governo ha chiesto all’azienda “un’attenta revisione del piano industriale con la priorità della salvaguardia dei livelli occupazionali”. Nel frattempo, però, la multinazionale è stata vincolata a non operare licenziamenti fino al 31 dicembre 2018. “Comprendiamo la preoccupazione e la rabbia dei lavoratori Whirlpool – fanno sapere Guidi e Bellanova – di quanto la vertenza e ancor più la posta in gioco sia importante e delicata. Dal 27 aprile ad oggi il Governo ha convocato presso il Mise tre incontri con le parti coinvolte nella trattativa e il prossimo è già in calendario per venerdì 8 maggio“, sottolineano il Ministro e il Sottosegretario.
Dopo il muro contro muro avvenuto ieri al Mise, i due schieramenti sembrano non cedere di un millimetro. Infatti, sul piano di ristrutturazione dei siti ex Indesit della Whirlpool pare improbabile l’ipotesi di una evoluzione del negoziato. Da una parte, i sindacati continuano a richiedere di eliminare, in via preliminare, l’ipotesi di chiusura degli stabilimenti di Carinaro e None, oltre a una inversione di marcia sui 1350 esuberi. Dall’altra, invece, la multinazionale americana conferma il piano che prevede la cessazione dei due siti. Una conclusione, quella di ieri, che già si respirava nell’aria e che ha portato il Ministro dello sviluppo economico a proporre ai leader di Fim Fiom Uilm e Ugl, in sede di riunione ristretta, del tempo per riflettere e il rinvio del prossimo appuntamento previsto. I sindacati però hanno rifiutato la richiesta, così come l’ipotesi di procedere, dal successivo incontro, con riunioni a delegazioni ristrette per ricercare un punto di incontro. L’appuntamento di venerdì, dunque, avverrà lo stesso ma è possibile che ci sia qualche spunto su cui dialogare. La giunta regionale della Campania, ha infatti approvato ieri attraverso una delibera regionale con i fondi della programmazione 2014-2020, un finanziamento di 50 milioni di euro per il futuro dello stabilimento di Carinaro. “Avevo preso un impegno con i lavoratori – ha detto Stefano Caldoro, presidente della regione Campania – i 50 milioni sono per gli accordi di programma e le politiche per il lavoro. Questa fabbrica non può essere chiusa”. Una mossa, questa, che peserà tantissimo sul prossimo tavolo, visto che sono soldi pubblici che assicureranno “adeguate prospettive di crescita allo stabilimento e alle altre strutture di ricerca e sviluppo, produttive o commerciali dell’Azienda, operanti in Campania”.

Alessandro Moschini

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