Le telefonate tra l’allora premier Silvio Berlusconi e i suoi collaboratori, ma anche conversazioni dirette con leader politici come Benjamin Netanyahu, venivano monitorate dallo Special Collection Service (Scs), unità speciale dell’Nsa che opera sotto copertura diplomatica. E’ quanto emerge dai nuovi file di Wikileaks. Per ora Berlusconi preferisce non commentare: ‘Nessuna sorpresa, da anni denuncio un complotto’. Chi ha avuto modo di parlargli in queste ore avrebbe trovato un Cav niente affatto sorpreso del contenuto delle intercettazioni, convinto che nel 2011 ci fu una precisa volontà di togliere di mezzo un presidente del Consiglio democraticamente eletto dai cittadini, ma che contrastava gli interessi di altri Paesi. Anche stavolta Forza Italia si schiera compatta attorno al suo leader e chiede chiarimenti urgenti a Matteo Renzi, e all’amministrazione Obama, sul caso Wikileaks e il presunto complotto internazionale ai danni del governo Berlusconi nel 2011. Tra le file azzurre il coro è unanime: ‘Berlusconi spiato dalla Nsa è un fatto gravissimo’. Per ora Berlusconi preferisce non commentare, perché, spiegano a palazzo Grazioli, è parte in causa. Sono cose ampiamente risapute, che non ci stanchiamo di denunciare da anni, confermate da queste intercettazioni, su cui c’è ancora tanta luce da fare, sarebbe stato il ragionamento dell’ex premier, amareggiato dal fatto che nessun governo successivo al suo, e nessun magistrato, abbia voluto vederci chiaro su questa vicenda. Più volte in passato il leader di Fi ha rievocato con amarezza quanto accaduto in quel 2011 che segnò la fine della sua premiership nei giorni dello spread alle stelle, della rottura col ministro Tremonti e delle lettere-diktat inviate al suo indirizzo dalla Bce. Berlusconi ha sempre dichiarato che c’è stato un movimento partito dal nostro interno, e poi esteso all’esterno, per tentare di sostituire il suo governo, e che lui era caduto nel mirino perché ledeva gli interessi di altri Paesi, a cominciare dalla Germania. In particolare, il Cav ha sempre raccontato di aver avuto contezza di una regia politica ai suoi danni al G-20 di Cannes, quando amici e colleghi di altri paesi gli dissero: ‘Ma hai deciso di dare le dimissioni? Perché sappiamo che tra una settimana ci sarà il governo Monti’. Un episodio, quest’ultimo, ha precisato il leader azzurro, confermato dall’ex primo ministro spagnolo Zapatero in un suo libro che riguardava proprio quegli anni. Su questa vicenda il Copasir chiederà al sottosegretario con delega all’Intelligence, Marco Minniti, chiarimenti sui documenti di Wikileaks pubblicati da ‘Repubblica’ e ‘L’Espresso’, che danno conto di un’attività di spionaggio da parte degli Stati Uniti nei confronti dell’allora premier Silvio Berlusconi, e di suoi collaboratori, nel 2011. Mi sembra doveroso, dice il presidente del Copasir, Giacomo Stucchi, sottoporre la questione all’attenzione del sottosegretario Minniti. Sul caso la Procura della Repubblica di Roma è pronta a intervenire, soltanto se saranno presentati sulla vicenda esposti o denunce. La Procura infatti, come è sua consuetudine, avvia indagini preliminari sulla base di atti che contengono notizie di reato e non in seguito a pubblicazione su organi di stampa di vicende che in apparenza possono avere risvolti penalmente valutabili. Sulla sorta di questa premessa infatti l’associazione ‘Tribunale Dreyfus’ presenterà oggi una denuncia per spionaggio politico alla Procura capitolina. Nella denuncia predisposta dall’avvocato Walter Biscotti, e dal giornalista Arturo Diaconale, si intende sollecitare la Procura a procedere nei riguardi dei dirigenti e responsabili della National Security Agency, dal giugno al dicembre del 2011, per avere attuato un vero e proprio spionaggio politico per fini certamente estranei, se non addirittura contrari, agli interessi nazionali dell’allora governo presieduto da Silvio Berlusconi. ‘Vogliamo prima capire di cosa si tratti e vedere se sono cose vere, visto che parliamo di notizia di stampa. Faremo tutte le valutazioni e verifiche opportune, dopodiché decideremo cosa fare e che fare’, afferma Nicolò Ghedini, che non esclude la possibilità di presentare una denuncia per fare chiarezza sui fatti. ‘Come abbiamo detto in passato, non intraprendiamo nessuna attività di intelligence all’estero senza un motivo specifico e valido per la sicurezza nazionale. Questo si applica ai cittadini ordinari ed ai leader mondiali’, dice il portavoce del dipartimento di Stato, Mark Toner, a proposito delle nuove rivelazioni di Wikileaks riguardo alle intercettazioni di leader internazionali, compreso Silvio Berlusconi. E riguardo all’Italia, il portavoce americano ha ribadito come con gli Stati Uniti abbia da tempo un’amicizia basata sui valori comuni e una storia di cooperazione per far avanzare i nostri reciproci interessi in tutto il mondo. Come alleati e partner continueremo a lavorare a stretto contatto con l’Italia per proteggere la sicurezza collettiva dei nostri due Paesi e dei nostri cittadini. E’stato già messo in chiaro dal presidente Obama, cioè che a meno che non vi sia uno stringente motivo di sicurezza nazionale, noi non monitoriamo le comunicazioni di capi di stato e di governo dei nostri più stretti amici ed alleati. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, in merito a questa vicenda ha affermato: ‘Ci accingiamo a chiedere informazioni in tutte le sedi, anche con passi formali sulla vicenda’. Infatti, il segretario generale del ministero degli Esteri, Michele Valensise, ha convocato l’ambasciatore degli Stati Uniti d’America, John Phillips, per chiedere chiarimenti in merito alle intercettazioni telefoniche che, secondo notizie stampa, sarebbero state effettuate nel 2011 da organismi statunitensi nei confronti dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e di suoi stretti collaboratori. Questo è quanto riferisce la Farnesina in una nota, precisando che nel ricordare le nuove procedure adottate dal presidente Obama nel 2014 in materia di riservatezza delle comunicazioni, l’ambasciatore Phillips ha assicurato che porterà immediatamente la questione all’attenzione delle sue autorità. Dal canto suo, si precisa nella nota, il segretario generale ha ribadito la viva aspettativa italiana di poter disporre quanto prima di chiarimenti specifici su quanto emerso in relazione ai fatti del 2011 legati alle indiscrezioni basate su nuovi file di Wikileaks .
Roberto Cristiano