Wikileaks dichiara guerra a Washington e alla diplomazia mondiale. Julian Assange mette on line l’intero archivio di cablogrammi riservati della diplomazia Usa. Attraverso un link pubblicato su Twitter è possibile scaricare oltre 250mila documenti diplomatici, senza alcuna password di protezione. I documenti confidenziali sono stati pubblicati integralmente e dovrebbero comparire, senza alcuna censura, I ‘cablo’ non sarebbero stati ‘filtrati’ e sarebbero leggibili a tutti i nomi di collaboratori e informatori del dipartimento di Stato americano. Una circostanza, questa, che rischia di mettere in pericolo la sicurezza di centinaia di persone. Nei giorni scorsi il sito aveva dato delle anticipazioni diffondendo 134mila cablogrammi senza alcuna omissione. Questa scelta aveva fatto infuriare l’Australia, protagonista di parte dei documenti riservati finiti online, che aveva accusato il suo cittadino di danneggiare la sicurezza nazionale e l’operativita’ degli agenti coinvolti nella lotta al terrorismo con rivelazioni inopportune e pericolose. A favore della pubblicazione dell’intero archivio si era schierato ieri il ‘popolo di internet’. Il sito di Assange aveva lanciato un sondaggio su Twitter chiedendo agli utenti di pronunciarsi in merito alla possibile diffusione di tutto il materiale riservato della diplomazia Usa in suo possesso. Wikileaks aveva spiegato su Twitter di aver scelto la pubblicazione integrale dopo che un file contenente l’intero database era stato reso accessibile da un giornalista del Guardian che aveva inserito la password in un libro pubblicato nel febbraio scorso. Ma il quotidiano britannico respinge le accuse e parla di una “password solo temporanea e senza dettagli sulla localizzazione dei file”. Critiche sono giunte dal Dipartimento di Stato Usa che ha bollato come “irresponsabili, sconsiderate e pericolose”, le informazioni pubblicate da Wikileaks. Unanime condanna giunge dagli ex media partner di Julian Assange, il Guardian, il New York Times, El Pais e Der Spiegel, che in precedenza avevano collaborato con Wikileaks alla pubblicazione dei documenti, selezionando ed editando il materiale per evitare di esporre a pericoli gli individui e le fonti citate. “Deploriamo la decisione di Wikileaks di pubblicare i documenti non editati del Dipartimento di Stato che potrebbero mettere a rischio le fonti”, si legge in un comunicato congiunto delle quattro organizzazioni editoriali che sottolineano come la decisione di Julian Assange di pubblicare i documenti “è sua e sua soltanto”.