Zaki rientra in Italia ma declina il volo governativo. Ringrazia il governo ma dice ‘no’ ad incontri politici

Patrick Zaki nel corso della sua  visita all’ambasciata italiana al Cairo, dove ha incontrato l’ambasciatore Michele Quaroni, ha chiesto il visto, come ha fatto sapere lui stesso attraverso un post su Facebook, nel quale ha ringraziato anche tutti quelli che in Italia lo hanno sostenuto, dal premier Meloni alla società civile, ‘pur non essendo cittadino italiano. Un elenco infinito. A partire dal governo di Roma. Insieme al governo e al presidente del Consiglio, Zaki ha voluto ringraziare l’ambasciata italiana tutta, i delegati diplomatici che sono stati presenti a tutte le udienze dandomi appoggio, l’ambasciatore Michele Quaroni e il primo segretario Marco Cardoni. Ma anche la società civile, Amnesty International che si è battuta per me, l’Università di Bologna, voi giornalisti che non mi avete lasciato solo e avete tenuta alta l’attenzione. È un elenco lungo e sicuramente dimentico qualcuno,  si è scusato, spiegando che una volta in Italia ringrazierò tutti di persona. So solo che voglio essere in Italia e a Bologna, sto programmando di arrivare  passando da Milano. Trascorrerò una breve vacanza con Reny prima di tornare in Egitto per finire di preparare la nostra casa e il matrimonio il prossimo settembre. Voglio rivedere tutti i miei colleghi dell’università, i miei compagni, voglio riabbracciare i miei amici. Ho tanto tempo da recuperare. Come ho spiegato subito dopo la laurea, voglio continuare il mio percorso accademico, voglio lavorare e scrivere’.

Il ricercatore dell’Università di Bologna scarcerato a Mansoura – dopo la grazia concessa dal governo egiziano – rientra  in Italia con un volo di linea. Zaki ha ringraziato il governo italiano per l’impegno incessante per arrivare alla sua scarcerazione, ma ha declinato le proposte sul tavolo per il suo rientro in Italia. Secondo quanto riferito da Libero, il no al volo di Stato sarebbe legato alle sue inclinazioni politiche: con un volo di linea riuscirebbe ad aggirare la passerella con esponenti dell’esecutivo Meloni. Una decisione presa al termine di un confronto con i suoi legali e che ha acceso il dibattito sul web. Niente foto con le autorità e niente volo di Stato: no di Patrick Zaki alle proposte del governo Meloni.  Zaki ha ringraziato il governo italiano per l’impegno incessante per arrivare alla sua scarcerazione, ma ha declinato le proposte sul tavolo per il suo rientro in Italia. Secondo quanto riferito da Libero, il no al volo di Stato sarebbe legato alle sue inclinazioni politiche: con un volo di linea riuscirebbe ad aggirare la passerella con esponenti dell’esecutivo Meloni. ‘La decisione di prendere un volo di linea che lo porterà a Milano è del tutto corretta. È un difensore dei diritti umani che mantiene la sua indipendenza dai Governi, di qualunque colore siano’, le parole di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: ‘Zaki apprezza tutto ciò che è stato fatto per lui: in queste ore lo ha fatto ampiamente ringraziando le istituzione italiane. Però la decisione di prendere un volo di linea, anziché un volo di Stato, è normale per un difensore dei diritti umani, fa parte del suo essere indipendente. Io avrei fatto la stessa scelta e questo non vuol dire essere contro i governi’. Noury ha confermato che è difficile ipotizzare un incontro con il premier Meloni.

“È una sua scelta, non lo so. Ho parlato con l’ambasciata. Ritornerà con il volo di linea. A noi interessava liberarlo. Il governo ha lavorato per liberarlo, poi dopo sono sue scelte. Come vuole tornare, torna in Italia” ha commentato Antonio Tajani, ministro degli Esteri. “Un cittadino egiziano può partire dal suo Paese come vuole, con lo strumento che vuole. Gli era stata offerta la possibilità ma non è un obbligo. Se lui non vuole, è una sua scelta, senza problemi” ha aggiunto. “Quella di Patrick Zaki è una scelta personale, ci ha anche fatto risparmiare dei soldi. Quindi va bene così” ha aggiunto il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

La fine del caso Zaki è stata giudicata come uno ”sviluppo positivo” per le relazioni tra il Cairo e l’Ue.

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