Alex Zanardi torna in pista su una macchina vera (Bmw Z4 GT3), su un circuito vero (24 ore di Spa), in una gara vera (280 km/h), con piloti veri (Bruno Spengler e Timo Glock). Per la prima volta in una gara di endurance, per la prima volta con due colleghi normodotati. Alex Zanardi è di nuovo al volante: della sua vita e di un bolide. Altro che campione dimezzato. È una nuova sfida, a 14 anni dal grave incidente, soprattutto perché piloti e tecnici hanno sviluppato un sistema che si interfaccia alle esigenze di Alex e degli altri due. Si correrà giorno e notte con grande dispendio di energie. E la novità è che Zanardi frenerà con il suo arto artificiale. “Un meccanismo molto sottile, fissato al pedale, si infila nella mia protesi che è un tubo vuoto”, dice Alex. Finita la gara, correrà in Svizzera il mondiale di paraciclismo, anche se a febbraio in allenamento con l’handbike si è fratturato la clavicola sinistra andando a sbattere contro un guardrail. È sempre più Zanardi infinito.
Cocis