Zingaretti apre, il Movimento lo gela: “L’Italia non può aspettare il Pd”

La conferenza stampa di Nicola Zingaretti dal Nazareno. Il segretario davanti ai giornalisti ha lanciato un nuovo appello al M5s: “Ribadisco la discontinuità ma sui nomi possiamo trovare l’intesa. Prima di questo dobbiamo parlare dei contenuti. Per questo chiedo ai 5 Stelle e a tutti i partiti di sinistra di sedersi ad un tavolo da domani e iniziare a discutere dei programmi. Abbiamo tempo due giorni e non possiamo perdere tempo“.

Il leader della sinistra ‘boccia’ il contratto di governo: “Noi non crediamo in questa formula, bisogna costruire un programma utile. Per questo sediamoci ad un tavolo e iniziamo a parlare senza veti e ultimatum“.

 Nicola Zingaretti ribadisce il proprio no al premier Conte: “Questa mattina ho ribadito che ci vuole discontinuità. L’Italia non capirebbe un rimpastone. Il mandato della segreteria è per un governo diverso e questo vale anche per le persone. Ma sono sicuro che su questo possiamo trovare un accordo“. Ma dai grillini arriva l’ennesimo ultimatum: “La soluzione è Conte, il taglio dei parlamentari e la convergenza sugli altri 9 posti dal vicepremier Luigi Di Maio. Non possiamo aspettare altro tempo su delle cose semplicemente di buon senso. E soprattutto il Paese non può attendere il PD“.

E’ un fatto che Zingaretti abbia voluto sottolineare al termine della conferenza stampa-punto di non voler più commentare veline e soffietti di chi vuol accreditare questo o quello.  “Faccio un appello: non più fonti parlamentari. Chi si vuole assumere responsabilità lo dica con nome e cognome”. Ecco, lo dicano quelli che vogliono dare sterzate in una o in altra direzione, con nomi e cognomi e, naturalmente assunzioni di responsabilità, a cui corrispondono nella vita interna di un partito, perché quello Democratico con tutti i difetti e le smagliature lo è, lealtà o slealtà.

C’è un segretario eletto con un processo democratico, le primarie, e tanti primi attori. Sono giorni che tanti parlano e negli stessi giorni tanti altri si sbracciano perché il Pd si presenti con una voce sola, così come, in un altro processo democratico, ovvero il voto in direzione, al segretario dem è stato dato mandato di andare a vedere con ben precisi paletti, tra cui la discontinuità radicale rispetto al governo passato, nel campo pentastellato.

“Faccio appello: siamo in un momento delicato in cui si parli con i fatti, e i processi siano gestiti con la massima serietà”, ha chiosato Nicola Zingaretti. Dovrebbe essere una cosa seria per tutti, ma a qualcuno piace giocare.

La rottura tra PD e M5s sembra essere davvero vicina. I contatti tra i due partiti sono costanti ma l’accordo sembra lontano. Per questo nelle prossime ore potrebbe arrivare una nuova nota da parte dei 5 Stelle per annunciare la rottura definitiva con i democratici. In questo caso si aprirebbero due possibilità: un ritorno alle urne oppure una riedizione del governo giallo-verde.

 

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