‘Il Pd deve stare dalla parte dei più deboli e non può avere un atteggiamento di sufficienza verso le proposte che vanno in quella direzione, anche se sbagliate’, affema Cesare Damiano, a margine di un appuntamento a Torino per la costruzione della piattaforma politico-programmatica di Nicola Zingaretti. Non ho apprezzato – ha detto Damiano – alcune dichiarazioni di sufficienza da parte di dirigenti del Pd su quota cento e reddito di cittadinanza. Il Pd ha nel suo dna la difesa del lavoratori e dei più deboli, non bisogna dimenticare che questi temi sono stati in primo luogo la nostra bandiera. Dobbiamo piuttosto domandarci perché ci sono stati portati via dai giallo-verdi. Questo – ha rimarcato Damiano – non significa condividere le proposte insufficienti e per alcuni versi sbagliate del Governo. Suggerisco di passare da una critica puramente ideologica e astratta a una di merito, che indichi soluzioni alternative. Le quote – ha osservato – le abbiamo inventate con Prodi nel 2007 quando io ero ministro del lavoro, e siamo sempre stati favorevoli alla flessibilità del sistema previdenziale. Però la quota 100 di Salvini privilegia i lavoratori di lunga contribuzione, per lo più occupati in grandi imprese e maschi. Non aiuta le donne, chi svolge lavori discontinui, i disoccupati. Per questo va completata con l’Ape sociale, che dovrebbe includere nella categoria dei lavori più gravosi anche questi lavoratori discontinui.
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