Zona rossa Nembro e Alzano, segreto militare: soldati inviati e poi richiamati

“Lo Stato non deve rivelare perché decise di mandare e poi richiamare 400 militari nelle zone di Nembro e Alzano tra il 5 e l’8 marzo 2020, determinando così la mancata zona rossa nel territorio più colpito dalla pandemia”.

Parole, quelle dei giudici del Consiglio di Stato, che si riferiscono a uno degli episodi più discussi dell’inizio della pandemia in Italia, un episodio che ha visto protagonista la provincia bergamasca.

Il Consiglio di Stato ha depositato il 12 aprile la sentenza che fa riferimento a una relazione firmata dal capo della polizia e datata 2 febbraio. Il documento rappresenterebbe la prova di “rilevanti e apprezzabili esigenze di riservatezza” secondo i giudici che hanno firmato la sentenza, Giovanni Pescatore e Luigi Maruotti.

In pratica, significa che la decisione è stata maturata in ambito militare: il governo non decise, quindi, come impiegare uomini e donne. “Non c’è stato alcun atto governativo specifico di impiego delle forze militari nelle zone di Nembro e Alzano”, ha scritto il Ministero. I giudici gli hanno dato ragione e il Consiglio di Stato ha quindi validato la tesi dell’esecutivo (all’epoca il Conte II).

“Sono stati impiegati gli stessi contingenti di Forze Armate addetti all’operazione Strade Sicure”, si legge nella sentenza dell’organo del potere giudiziario, che sottolinea “un’esigenza di riservatezza volta a secretare le linee della programmazione strategica di impiego delle risorse umane e strumentali”.

“Il compito” continuano i giudici, di mandare “unità aggiuntive in determinati territori dei comuni della bergamasca è stato rimesso alla programmazione generale annuale e alla disciplina ordinaria, sicché la richiesta di accesso andrebbe di fatto a investire un livello di programmazione strategica di più vasta portata e, come tale, inattingibile da un livello di acquisizione parziale“.

“L’alterno esito dei giudizi e la peculiarità delle questioni trattate – è la conclusione – giustificano la compensazione delle spese di lite”.

I documenti quindi restano in cassaforte, lo ha deciso il Consiglio di Stato avallando la tesi del governo e il segreto militare sugli atti: sui soldati inviati e richiamati dalla zona rossa di Nembro e Alzano allora resterà il segreto militare.

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