Servono misure da zona rossa per tutte le feste di Natale, almeno fino alla Befana. E’ quanto avrebbe chiesto, secondo quanto si apprende, il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso della riunione tra governo e Regioni; una posizione condivisa dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia e da quello della Salute Roberto Speranza e dai rappresentanti di Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise e Marche.
Nel periodo delle festività servono restrizioni massime, se non le fa il governo le facciamo noi – ha detto Zaia – Se non chiudiamo tutto adesso ci ritroveremo a gennaio a ripartire con un plateau troppo alto.
All’incontro, convocato dal ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, sono presenti il ministro della Salute Roberto Speranza, il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri e il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli.
Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, attacca l’ottimismo di Conte, e del governo, sulla gestione italiana dell’epidemia di Coronavirus ricordando su Twitter i numeri che fanno dell’Italia il Paese in Europa col maggior numero di vittime per Covid-19.
Cartabellotta rimarca infatti come ‘l’ottimismo regna sovrano’ e l’autocritica è inesistente. Autocritica che invece dovrebbe essere ben presente visto che, come evidenziato in un grafico pubblicato dalla Fondazione Gimbe, in Italia vi sono stati ’30 mila decessi dal 1° settembre, di cui 20 mila nell’ultimo mese”.
La ‘ricetta’ del presidente di Gimbe viene espressa con parole chiare: ‘Basta decisioni ‘di pancia’ o frutto di continui compromessi tra Governo e Regioni. La gestione della pandemia deve considerare gli aspetti sanitari economici e sociali a breve, medio e lungo periodo’.
Per il presidente di Gimbe dovremmo fare un lockdown durante le vacanze di Natale come la Germania, ma gli italiani ‘farebbero la rivoluzione’. Per questo la soluzione alternativa sarebbe un piano rigoroso con la dilatazione dell’orario dei oppure ‘come un tempo con le targhe alterne, pensare a delle uscite scaglionate per ordine alfabetico’, aveva suggerito Cartabellotta.