Zootecnia: il dramma del settore

Sarà consegnata oggi agli uffici competenti la sintesi della relazione sulle problematiche zootecniche siciliane, redatta dal dr. Antonino Colombo, su incarico del dirigente generale del Dipartimento regionale Agricoltura della Sicilia, Dario Cartabellotta. Il documento è scaturito dagli incontri con tecnici, allevatori e loro rappresentanze, svolti in collaborazione con gli Ispettorati provinciali del settore. Le risultanze di questo lavoro saranno trasmesse al Governo regionale per le opportune valutazioni e i necessari interventi.

Durante le riunioni nei vari territori sono state rappresentate dagli imprenditori zootecnici le principali problematiche che attanagliano gli allevamenti in Sicilia e sono state avanzate puntuali richieste utili ad affrontare le questioni congiunturali e strutturali che affliggono il settore. Ci sembra opportuno far sapere non solo agli addetti ma anche agli ignari consumatori, lontani da quel mondo agricolo da cui giungono le materie prime per la loro stessa alimentazione.

Qui di seguito i punti salienti.

Unificazione dei poli sanitario e zootecnico

La trattazione diversificata delle tematiche connesse alla zootecnia da parte dei due Assessorati regionali (Sanità animale e Agricoltura), ciascuno per le proprie competenze, risulta essere un grosso fattore limitante, se non dannoso. Pertanto la facilitazione e la migliore comprensione delle problematiche e l’adozione concreta delle soluzioni non può che passare da un sinergico dialogo tra i due settori che hanno obiettivi comuni, cioè la salute degli animali e la salute dei consumatori. Si auspica, pertanto, l’unificazione dei due poli in un’unica realtà istituzionale, come già avvenuto nella Regione a statuto speciale del Trentino Alto Adige. In subordine, per essere operativi nell’immediato, occorre istituzionalizzare un Tavolo tecnico permanente (Agricoltura-Sanità animale), con la presenza di rappresentanti dei due attuali Assessorati, oltre al coinvolgimento dei rappresentanti delle Organizzazioni di categoria per la trattazione delle problematiche connesse.

Adeguamento prezzo latte bovino
È uno degli annosi problemi che si trascina irrisolto per l’assenza di una normativa che tuteli il produttore. I tentativi di adeguamento vengono sistematicamente annullati dall’aumento dei costi alimentari del bestiame. Data la situazione, risulta urgente convocare un Tavolo istituzionale giuridicamente riconosciuto per fissare il prezzo regionale del latte, che tenga conto degli attuali costi di produzione i quali superano abbondantemente il prezzo attuale pagato agli allevatori. E ciò per porre fine anche allo smisurato abbattimento, da parte degli allevatori, di animali in produzione, con la conseguente chiusura degli allevamenti.

Adeguamento tariffario regionale dei materiali per i miglioramenti fondiari previsti dalle Misure del PSR Sicilia

Centinaia di allevatori siciliani sono sull’orlo del collasso per l’improvviso e imprevisto aumento dei prezzi dei materiali di costruzione successivo all’inizio dei lavori decretati per la realizzazione di opere di miglioramento nella propria azienda. In atto gli imprenditori si trovano, per tale ragione, in serie difficoltà, non riuscendo a chiudere i lavori previsti nelle loro rispettive progettualità.

Indennità compensativa per la zootecnia

Nel corso degli incontri si è rilevata, soprattutto nelle aree interne della Sicilia, una scarsa attenzione della Misura 13 del PSR per le zone svantaggiate, privilegiando, a detta degli allevatori, le aree montane. Pertanto si auspica una equiparazione di dette aree, reperendo le risorse finanziarie sufficienti a coprire anche le zone svantaggiate le quali, come è noto, sono preponderanti rispetto alle zone montane. Occorre disporre, inoltre, la gratuità della concessione dei pascoli demaniali nelle aree boschive demaniali. La presenza di animali nelle suddette aree è di per sé un presidio antincendio in quanto, di fatto, il pascolamento ripulisce il sottobosco.
Attenzione al comparto ovino

Come è noto, l’allevamento ovino siciliano, in termini quantitativi e qualitativi, si attesta al secondo posto in campo nazionale dopo la Sardegna. Pertanto, viene richiesta da parte degli allevatori una maggiore attenzione verso il comparto, a cominciare dall’adeguamento del prezzo del latte delle pecore. Inoltre, nell’allevamento ovino, viene segnalata la difficoltà in materia di produzione della lana: da un lato non si riesce a trovare un accordo commerciale per la vendita di tale prodotto, dall’altro la lana invenduta (oggi quasi totalmente) costituisce un grave problema di smaltimento. Atteso che è giuridicamente riconosciuto il Distretto Laniero Siciliano, il cui obiettivo è la raccolta, la trasformazione e la valorizzazione della lana ovina isolana, è necessario fornire strumenti finanziari al fine di rendere pienamente operativo tale Organismo. I risvolti sarebbero fortemente positivi sia sul piano dello sbocco commerciale, attualmente inesistente, sia sul piano ambientale per evitare che la lana crei problematiche connesse.

Marchio e filiera di produzione

Durante gli incontri è stata inoltre sottolineata l’importanza dell’applicazione del marchio regionale Qualità Sicura per un giusto riconoscimento della filiera dei prodotti agricoli e zootecnici siciliani a beneficio degli operatori del settore e dei consumatori. La mancata attivazione di tale strumento crea confusione tra i consumatori sulla tracciabilità dei prodotti alimentari siciliani.

Controlli funzionali e ponderali

In atto viene lamentato un disservizio da parte degli operatori addetti ai controlli ufficiali della produzione di latte e carne, determinando la fuoriuscita degli animali iscritti nei rispettivi Libri Genealogici e/o Registri Anagrafici, mettendo a rischio la purezza delle razze con evidenti danni agli allevatori. Su tale punto è stata segnalata anche la necessità di creare centri di finissaggio degli animali per valorizzare le carni locali.

Caro bollette e caro mangimi
È di grande attualità l’aumento esponenziale di prodotti impiegati nella mangimistica (mais, orzo, fave, ecc.) dovuto a fatti contingenti e speculativi che hanno ulteriormente messo in ginocchio l’economia zootecnica siciliana. Anche in questo senso viene fatta richiesta di interventi di contenimento dei costi in materia energetica e in materia alimentare. È inoltre auspicata dagli allevatori una politica più attenta sulle riserve idriche nelle aziende siciliane, sofferenti a causa dei cambiamenti climatici già in corso, con previsioni non incoraggianti. Un intervento a favore della realizzazione di laghetti aziendali potrebbe migliorare la produttività delle coltivazioni, oltre che essere presidio di interventi antincendio della Protezione Civile.

Smaltimento delle carcasse animali

In tutte le province è stato segnalato il costo abnorme dello smaltimento delle carcasse animali (oltre mille euro). È stata individuata la possibile soluzione nella creazione di cimiteri zootecnici comunali e/o comprensoriali per abbassare i costi di trasporto e di smaltimento dei capi.

Danni da fauna selvatica

In diverse zone della Sicilia, viene lamentata la presenza squilibrata di fauna selvatica. Urge il riequilibrio economico, ambientale e sanitario, studiando soluzioni anche nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale della Sicilia.

Reperibilità di mano d’opera in campagna
Date le attuali difficoltà di reperimento di manodopera, soprattutto quella specializzata, emerge la necessità di effettuare corsi di formazione per manodopera qualificata, prevedendo anche l’abbattimento dei costi previdenziali per le assunzioni a tempo determinato e indeterminato.

Viabilità rurale
Si è segnalata, quale fattore limitante, anche la scarsa rete viaria rurale. Laddove esistente la viabilità, si registra però la totale assenza di manutenzione con conseguente lievitazione dei costi per la commercializzazione delle materie prime delle aziende (trasporto foraggi, mangimi, animali vivi, ecc.).

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